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La chiesa del Carmine

Chi vuole visitare la Chiesa del Carmine deve percorrere il Corso Umberto, l’arteria principale di Modica Bassa e la troverà sul lato sinistro della attuale Questura, un tempo convento annesso alla Chiesa del Carmine o dell’Annunziata.

La parte inferiore del prospetto costituisce, così come il Convento di Santa Maria del Gesù , uno dei pochi esempi rimasti di architettura preesistente al terremoto del 1693. I Carmelitani si erano stabiliti a Modica e avevano fondato la Chiesa con l’annesso convento a partire dal 1390.

Il portale d’ingresso ad arco a sesto acuto, leggermente strombato e definito da fasci di colonne laterali è decorato con capitelli con motivi floreali.

Il portale è sormontato da uno splendido rosone di Santa Margherita a dodici raggi, uno dei rosoni più integri e preziosi dell’intera isola. Sulla sinistra saldato alla facciata si apre l’originario campanile a tre ordini interrotti da fasce trasversali con le rituali feritoie.

L’interno è, attualmente, ad una navata. Sul lato destro dovevano esserci anticamente della cappelle. Una di queste è stata recentemente restaurata e vi si accede dall’abside attraverso un ricco portale a sesto acuto con pilastrini; la volta interna è a crociera ogivale con costoloni e con un fregio scolpito sulla chiave di volta; sulle pareti sono visibili i resti di un affresco: La Trinità, il volto di Maria con il Bambino, i resti di un panorama di città, su un’altra parete sono visibili i calzari di alcuni personaggi che il tempo non ha risparmiato. La cappella può essere datata alla fine del XV secolo.

La Chiesa del Carmine custodisce al suo interno opere di alto valore artistico.

La Pala di Sant’Alberto (il santo carmelitano a cui era intitolata la Provincia della Sicilia Orientale, mentre la Sicilia Occidentale era intitolata a Sant’Angelo) è uno dei dipinti più importanti tra quelli presenti a Modica. Si tratta di un dipinto su tavola raffigurante il Santo con un libro e un giglio in una mano mentre nell’altra tiene un crocifisso. La pala che, molto probabilmente, faceva parte di un polittico smembrato e disperso, risale ai primi del Cinquecento e fu realizzata sicuramente da un Maestro. Alcuni critici d’arte hanno avanzato l’ipotesi che l’autore potrebbe essere il pittore lombardo Cesare Da Sesto che, sostando per un periodo a Messina, avrebbe realizzato quest’opera nel suo percorso siciliano.

L’altro capolavoro degno di nota è il gruppo scultoreo dell’Annunciazione. Il gruppo, in marmo, vede l’Angelo in ginocchio davanti a Maria. Li separa un leggìo coperto da un drappo e con, sopra, un libro aperto. La Vergine, giovanissima, ha i tratti delicati e pensosi e indossa un manto con ampie pieghe. Sul piedistallo della Vergine sono scolpite tre teste di uomini di mezza età con barbe e lunghi capelli. Chi sono? E chi è l’autore di quest’opera? Non lo sappiamo. L’impaginazione è rinascimentale ed è possibile collocarla cronologicamente nella prima metà del Cinquecento.

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