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La chiesa dei SS. Nomi di Gesù e Maria o del collegio, oggi Santa Maria del Soccorso

La Chiesa, annessa al Collegio dei Gesuiti  (fondato nel 1629) è una delle prime e delle poche certamente realizzate ex novo dopo il terremoto e tra le più interessanti dell’architettura barocca del Val di Noto. In facciata si rilevano l’articolazione curvilinea del partirto centrale che si espande in avanti senza rigidi sviluppi con modanature misurate ed eleganti; le colonne binate che poggiano su alti basamenti; il leggero portale con timpano spezzato da cui, lateralmente, emergono due dadi che sorreggono vasi portafiori e all’interno del quale è posto un sobrio stemma gesuitico; le lesene con capitelli corinzi che fanno da raccordo tra il partito centrale convesso e le superfici laterali piane; le due nicchie incorniciate e con timpani... nei partiti laterali. È un prospetto nitido, rigoroso e con un ritmo strutturale diverso rispetto al gusto prevalentemente decorativo delle coeve architetture e si pone come modello progettuale che, traendo spunto da una cultura architettonica classica, sviluppa una concezione dinamica.

Il progetto della Chiesa del Soccorso è di Rosario Gagliardi e l’artista concepisce per questa architettura un’impostazione che troverà sviluppo nel progetto successivo per la chiesa di San Domenico di Noto. Anche lo schema planimetrico è innovativo per l’area del Val di Noto: una croce latina a tre navate separate da pilastri con l’aula centrale e le navate laterali non troppo lunghe rispetto all’ampio transetto e con tre absidi semicircolari a conclusione della navata centrale e dei lati del transetto.

Per la Chiesa del Soccorso si ipotizza un progetto di un Gagliardi ancora molto giovane, elaborato poco prima del 1715 contemporaneamente al progetto di Santa Maria di Noto. A voler stabilire delle analogie stilistiche nel lessico architettonico è possibile individuare delle affinità tra le grandi volute di raccordo e quelle di alcuni disegni gagliardiani come pure con quelle di chiese progettate successivamente: San Domenico di Noto e San Giorgio di Ragusa. Affinità si riscontrano anche tra le modanature del finestrone della Chiesa del Soccorso e quelle del balcone centrale di Palazzo Battaglia di Ragusa progettato dallo stesso architetto. Di estrema importanza sono le componenti strutturali.Il Gagliardi memore del recente sisma e attento a prevenire pericoli e cedimenti strutturali dà luogo, embrionalmente, alla struttura piramidale della facciata, un espediente architettonico che si rivela più compatto e sicuro. Le colonne, libere, saranno, invece, valorizzate con funzione decorativa.

Rosario Gagliardi (Siracusa 1680-Noto 1726): magister siracusarum ma residente a Noto. Gli vengono commissionati vari lavori a Modica nel corso del primo ventennio del Settecento. Si trattò soprattutto di lavori, anche molto radicali, di ristrutturazione di edifici sacri. Alla formazione del suo ingegno concorrono l’iniziale esperienza di artigiano del legno e della pietra, lo studio delle opere realizzate, in passato, in loco e la conoscenza dell’architettura italiana ed europea. La Chiesa del Soccorso di Modica è considerata con piena fondatezza una sua opera. Con quest’opera Gagliardi rinomato e riconosciuto oramai come Architectus Fabricarum avvia il processo della sue progettazioni più alte: si tratterà di esplicitare, sviluppare e ulteriormente articolare ciò che è stato in nuce realizzato a Modica: dentro quell’appodo progettuale ci sono già San Domenico di noto e San Giorgio di Ragusa.

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